Forlimpopoli
La città artusiana
Forlimpopoli (FC)
In ogni stagione dell’anno e in particolare in occasione della Festa Artusiana in estate
L’Ufficio Informazioni Turistiche (U.I.T.)
Via A. Costa, 30.
Cell.: +39 337 1180314
E-mail: promozione@comune.forlimpopoli.fc.it
Sito web: www.forlimpopolicittartusiana.it
Forlimpopoli, città natale di Pellegrino Artusi, padre della cucina italiana, rappresenta la sintesi tra arte e gastronomia. Tra la rocca, i musei, i palazzi e le chiese si può inoltre compiere un viaggio nel passato, alla scoperta della storia e della cultura. Tappe assolutamente da non perdere sono Casa Artusi, primo centro in Italia dedicato alla cucina di casa, e il Museo Guzzi Brunelli con la sua collezione di esemplari di Lambretta, Ducati e Moto Guzzi.
Famosa per cultura, storia e ospitalità, Forlimpopoli dista appena 25 km dalla riviera adriatica e sorge nella pianura romagnola, ai piedi delle prime colline dell’Appenino Tosco-Romagnolo. Questa incantevole e vivace cittadina propone svariate iniziative ed eventi, grazie a cui scoprire la sua vocazione gastronomica e il suo importante patrimonio artistico-culturale. Non solo; nei dintorni si può inoltre godere di piacevoli momenti immersi nella natura del Parco Fluviale, un’oasi verde di pace e tranquillità.
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Forlimpopoli
In ogni stagione dell’anno e in particolare in occasione della Festa Artusiana in estate
L’Ufficio Informazioni Turistiche (U.I.T.)
Via A. Costa, 30.
Cell.: +39 337 1180314
E-mail: promozione@comune.forlimpopoli.fc.it
Sito web: www.forlimpopolicittartusiana.it
Forlimpopoli, città natale di Pellegrino Artusi, padre della cucina italiana, rappresenta la sintesi tra arte e gastronomia. Tra la rocca, i musei, i palazzi e le chiese si può inoltre compiere un viaggio nel passato, alla scoperta della storia e della cultura. Tappe assolutamente da non perdere sono Casa Artusi, primo centro in Italia dedicato alla cucina di casa, e il Museo Guzzi Brunelli con la sua collezione di esemplari di Lambretta, Ducati e Moto Guzzi.
Famosa per cultura, storia e ospitalità, Forlimpopoli dista appena 25 km dalla riviera adriatica e sorge nella pianura romagnola, ai piedi delle prime colline dell’Appenino Tosco-Romagnolo. Questa incantevole e vivace cittadina propone svariate iniziative ed eventi, grazie a cui scoprire la sua vocazione gastronomica e il suo importante patrimonio artistico-culturale. Non solo; nei dintorni si può inoltre godere di piacevoli momenti immersi nella natura del Parco Fluviale, un’oasi verde di pace e tranquillità.
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Scopri & Vivi
COSA VEDERE A FORLIMPOPOLI
LA ROCCA
Detta Rocca Ordelaffa o Rocca Albornoziana, è stata costruita tra il 1360 e il 1365, per volere del Cardinale Albornoz, sui resti della cattedrale romanica incorporata nella fortificazione. Affacciata sulla piazza centrale, è una possente costruzione di pianta trapezoidale con 4 torrioni, una cinta muraria, un camminamento di ronda aperto, un ampio fossato e una corte interna. Verrà trasformata in una vera e propria rocca solo nel 1379 per volontà di Sinibaldo Ordelaffi, signore della città. L’attuale aspetto si deve invece a un ulteriore intervento di trasformazione, voluto da Pino III Ordelaffi negli anni tra il 1471 e il 1480.
Tra le rocche meglio conservate della Romagna, oggi ospita gli uffici comunali. Nella sala del Consiglio Comunale si trova una piccola cappella con affreschi seicenteschi del pittore Francesco Longhi di Ravenna. Qui hanno inoltre sede il Teatro “Giuseppe Verdi” e il Museo Archeologico Civico “Aldini”. La Rocca è il punto di partenza ideale per scoprire la città di Forlimpopoli.
TEATRO COMUNALE G. VERDI
Questo piccolo teatro è certamente un esemplare unico tra i teatri realizzati nell’Ottocento in Romagna. All’epoca si stabilì che il salone d’onore della Rocca dovesse essere adibito a teatro ed è nel 1830 che si inaugura il Teatro Comunale Carlo Goldoni. Nel giro di pochi decenni fu necessario riadattare la sala alle nuove forme di rappresentazione, affinché la struttura fosse da un lato molto solida ma, dall’altro, particolarmente leggera. Tali interventi furono opera dell’architetto di Bertinoro Giacomo Fabbri. Le decorazioni vennero invece affidate al pittore locale Paolo Baccheti.
Il nuovo teatro verrà inaugurato il 18 ottobre 1882 mettendo in scena opere buffe e balli.
MUSEO ARCHEOLOGICO “TOBIA ALDINI”
Ospitato nella Rocca Albornoziana, il museo racconta la città antica di Forlimpopoli attraverso una serie di collezioni di reperti dal II secolo a. C. al Rinascimento. Tra questi anfore, lapidi, maioliche, porcellane, mosaici e oggetti di vita quotidiana. È un affascinante percorso a ritroso nella storia, alla scoperta del legame tra uomo e territorio.
CASA ARTUSI
Per gli appassionati di cucina Casa Artusi è una tappa d’obbligo! Si tratta di un centro culturale e museo gastronomico dedicato al noto gastronomo e scrittore Pellegrino Artusi, autore di “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, pietra miliare della cucina italiana.
Ideato per promuovere e preservare la cultura culinaria italiana, offre un’esperienza interattiva del tutto coinvolgente, proponendo inoltre un’ampia gamma di attività, quali corsi di cucina, mostre, degustazioni e tanto altro. Casa Artusi ospita infatti una storica scuola di cucina, una biblioteca, una cantina, una bottega di prodotti tipici locali e un raffinato ristorante che propone piatti della cucina tradizionale dell’Emilia-Romagna.
Casa Artusi ha sede nel complesso monumentale della Chiesa dei Servi, splendido esempio di arte barocca, e fa parte della rete dei Musei del Gusto dell’Emilia-Romagna.
MUSEO GUZZI BRUNELLI
Che si sia o meno appassionati di moto, il Museo Guzzi Brunelli offre un’esperienza appassionante che vale la pena vivere. Qui, oltre a scoprire la storia della motocicletta, si potranno conoscere le tradizioni di Forlimpopoli, attraverso la ricostruzione di attività storiche della cittadina, come un’osteria, un distributore, un’officina e ristoranti.
Istituito da Giuseppe Guzzi e Bruno Brunelli, espone una ricca collezione di oltre 70 moto Guzzi, fabbricate tra il 1930 e il 1970, con alcuni esemplari rari e unici. Sono inoltre presenti una sezione sulla storia della Lambretta e della Ducati e una biblioteca.
PALAZZO TORRE
Anche detto dell’Orologio, Palazzo Torre si erge nella principale piazza di Forlimpopoli. Prima residenza del Podestà, dopo un intervento di ricostruzione a partire dal 1380 per volere di Sinibaldo Ordelaffi, ospita in seguito la Municipalità fino al 1801. La sua facciata verrà rifatta integralmente tra il 1825 e il 1834 su disegno dell’architetto locale Raffaele Briganti e in tale occasione si realizzerà la torre dell’Orologio.
LOGGIA DELLA BECCHERIA E LOGGIA DELLA MISURA
La Loggia della Beccheria deve il suo nome al termine “beccheria”, con cui dapprima si indicava il luogo adibito alla macellazione e alla vendita di animali “da becco”, quindi tutte le aree destinate al commercio degli animali. L’edificio caratteristico arricchito da portici ed edificato nel 1865 affaccia su Piazza Pompilio.
LOGGIA DELLA MISURA
Anche detta Foro Annonario, venne costruita nel 1817 ed ebbe un ruolo centrale nello sviluppo del commercio. Affacciata sul lato nord di Piazza Pompilio e adiacente alla Loggia della Beccheria, la Loggia della Misura vanta colonne di ordine toscano dalle linee semplici ed eleganti.
BASILICA DI SAN RUFFILLO
La chiesa deve il suo nome a San Ruffillo, primo vescovo della diocesi di Forlimpopoli del Quarto secolo d.C. Edificata tra il Sesto e l’Ottavo secolo d.C., subirà un’importante trasformazione a metà del Quattrocento. Il complesso ecclesiastico presenta opere di grandissimo valore: due sepolcri del Cinquecento, in pietra d’Istria, e varie tele di artisti locali e non solo. All’interno si può inoltre ammirare un coro ligneo del XVIII secolo, mentre all’esterno è presente un leone in marmo risalente all’epoca romana.
CHIESA DI SANT’ANTONIO ABATE DETTA “DEI SERVI”
È stata costruita su un preesistente oratorio, collegato all’Ospedale della Confraternita dei Battuti Neri, dalla metà del XV secolo, periodo di insediamento in città dei Padri dell’Ordine dei Servi di Maria, da cui il nome. Dopo vari interventi di modifica e ampliamento, assume la sua attuale configurazione solo nel XVIII secolo.
All’esterno della chiesa, sul lato sud, si può ammirare il portale, che è ciò che rimane dell’antico oratorio. L’interno, dagli arredi eleganti in stile tardo-barocco, conserva la Pala dell’Annunciazione di Marco Palmezzano e opere di pregio di altri artisti locali. Oggi il complesso fa parte di Casa Artusi.
CHIESA DELLA IMMACOLATA CONCEZIONE DETTA DEL CARMINE
Costruita nel 1626 per volere di Don Giuseppe Belloni, la chiesa con casa annessa è adibita ad ospitare il sacerdote e una comunità di Padri Carmelitani. A metà del XIX secolo è soggetta a interventi di trasformazione che le conferiscono le forme neoclassiche conservate quasi inalterate fino a oggi. L’interno, a navata unica, conserva la pala dell’Immacolata Concezione del pittore ravennate Francesco Longhi e presenta un interessante apparato decorativo dell’area del presbiterio, opera del pittore locale Paolo Bacchetti.
CHIESA SAN GIOVANNI BATTISTA
Dopo essere state allontanate dal loro antico convento, le Monache Agostiniane del Monastero di San Giovanni Battista si rifugiano nel 1910 in un caseggiato di Via Saffi e nel 1918 fanno erigere la nuova chiesa, inaugurata nel 1923. Il progetto lo si deve al forlimpopolese Giovanni Artusi, che disegna l’edificio in stile neogotico. La sua facciata vanta una struttura in mattoni a vista dall’aspetto austero, mentre l’ingresso presenta un alto portale con una lunetta in maiolica raffigurante il Battesimo del Cristo, opera dell’artista Goffredo Gaeta, originario di Faenza. L’interno, a navata unica, presenta due cappelle con le statue di San Giuseppe e Sant’Agostino, un coro ligneo e un Crocifisso di ampie dimensioni del XX secolo.
CHIESA DI SAN PIETRO APOSTOLO
Nel XII secolo, a Forlimpopoli, viene eretta una chiesa romanica originale, come testimoniato dall’iscrizione del 1108 sull’attuale ingresso. Andata distrutta nel 1361 e ricostruita subito dopo, nel XV secolo figura già come Chiesa di San Pietro. Tra il 1823 e il 1837, è oggetto di modifiche neoclassiche e nel 1852 viene consacrata. Il restauro compiuto nel 1962 ha fatto emergere colonne e affreschi antichi. La facciata esterna vanta archi trilobati in cotto; il campanile del 1842 è opera di Biagio Schiedi. All’interno, a tre navate, si riscontrano elementi antichi come un pilastro in cotto e un fonte battesimale del Novecento, opera dei fratelli Minardi.
CHIESA MADONNA DEL POPOLO
Nel 1506, la bolla papale di Giulio II autorizza la costruzione della Chiesa della Madonna del Popolo nell’area esterna alle mura, dove sorgeva una piccola cella dedicata a “San Giovanni Evangelista alle Quattro Strade”, con all’interno un antico affresco della Madonna col Bambino, venerato dalla popolazione. La nuova chiesa, consacrata nel 1537, vanta un’unica navata e sposta l’affresco miracoloso sull’altare maggiore. Nel Seicento e Settecento, è oggetto di ristrutturazioni e nel 1771 la facciata viene rinnovata con un portale cinquecentesco. Il pittore Giuseppe Marchetti realizza 18 tele, decorando gli altari e le pareti laterali. Nel 1808 la Madonna del Popolo viene proclamata Protettrice della città. Nel 1856, la chiesa subisce importanti cambiamenti architettonici, tra cui la traslazione dell’immagine sacra nell’abside e nuove pitture di Lucio Rossi. La parte interna presenta sei cappelle, affreschi rinvenuti sull’abside e un pregevole coro ligneo.
CHIESA DELLA MADONNA DI LORETO
La Chiesa, eretta nel 1617 su desiderio di don Sante Bandi vicino a una celletta intitolata a San Pellegrino Laziosi, conservava l’immagine sacra della Madonna di Loreto. Nel 1810, l’edificio viene acquisito dalla Municipalità di Forlimpòpoli e integrato nel cimitero urbano. Di forma ottagonale, si contraddistingue per un pronao con archi a tutto sesto sul fronte principale. Sulla sommità si stagliano un campaniletto e un pinnacolo con l’angelo suonatore di tromba (emblema della famiglia Bandi). Le cappelle presenti all’interno vantano ancone settecentesche e dipinti di Madonna col Bambino, San Filippo Neri e Santa Margherita da Cortona. L’altare maggiore conserva la statua della Madonna di Loreto entro una nicchia. Le caratteristiche architettoniche e le opere d’arte contraddistinguono questa chiesa.
ASILO ROSETTI
Nel 1908, i figli dell’Ingegner Emilio Rosetti, Delio, Nino e Doro, in ricordo del padre, decidono di far costruire un asilo per l’infanzia a Forlimpopoli, realizzando un desiderio espresso dal padre in vita. Optano per un’area oltre la via Emilia e inaugurano il complesso nel 1919. Costituito da quattro edifici, tra cui la palazzina centrale e due ali laterali, vanta un giardino chiuso da una recinzione in ferro battuto in stile Liberty lungo il fronte principale. L’edificio centrale presenta cornici elaborate, arricchite da piastrelle smaltate di colore arancio e azzurro. All’interno, vicino all’ingresso, si potrà ammirare una lapide commemorativa dai figli di Emilio Rosetti. Nel 1929, l’asilo Rosetti viene ufficialmente donato al Comune di Forlimpopoli.
VILLA PAULUCCI MERLINI
La villa, ragguardevole esempio di architettura tardobarocca in Romagna, fu costruita tra il 1735 e il 1767 da fra’ Ferdinando da Bologna su progetto di Vincenzo Dal Buono per il marchese Cosimo e il cardinale Camillo Paulucci Merlini. La struttura rettangolare vanta un imponente portale e un balcone realizzato in ferro battuto. L’interno, con schema a croce, presenta dettagli tipici del tardobarocco bolognese. Il salone principale è arricchito con “L’allegoria delle stagioni” (1767) di Giuseppe Marchetti e fra’ Ferdinando. Sulle pareti si trovano i blasoni dei Paulucci, conti di Calboli, e dei marchesi Merlini. Il soffitto della sala da pranzo, che un tempo fungeva da galleria con ritratti nobili, ritrae un “piccolo Olimpo” di Giacomo Zampa. Il parco circostante, con diverse specie di alberi e un’edicola decorata, presenta tracce del progetto teatrale del 1826 di Giuseppe Missirini.
ACQUEDOTTO SPINADELLO
Nel 1928 nasce il consorzio per l’acquedotto dei comuni di Lugo, Cotignola, Forlimpopoli e Bertinoro. La palazzina pompe, ideata nel 1932 dall’impresa Pietro Cidonio di Roma, segna il passaggio dallo stile eclettico al razionalismo architettonico. Dalle linee semplici, presenta volumi in forma di parallelepipedo con finestre rettangolari prive di decorazioni. La struttura, progettata in origine con mattoni a vista, ha subito variazioni durante la sua costruzione, tra cui l’aggiunta di una torretta e una scritta futurista “Acquedotto Spinadello”. Nella parte interna del recinto si possono vedere i pozzi originali per l’approvvigionamento dell’acqua. Dopo la disattivazione nel 1986, oggetto di restauro tra il 2012 e il 2013 dal Comune di Forlimpopoli, la palazzina è divenuta il centro visite del Parco dei Meandri del Fiume Ronco.
PARCO FLUVIALE
Il Parco Fluviale di Forlimpopoli, che si estende su 230 ettari lungo il fiume Ronco, è una ricca oasi naturale in cui praticare attività all’aria aperta e fare passeggiate nel verde. Habitat di oltre 80 specie di uccelli, anfibi e rettili, che si possono ammirare anche in occasione di attività didattiche, presenta laghi artificiali che fungono da rifugio per la biodiversità. Quest’area, riconosciuta dal Sito di Importanza Comunitaria “Meandri del Fiume Ronco”, è un vero e proprio tesoro naturalistico in cui si trovano specie rare come orchidee. Il parco include anche testimonianze storiche come il canale Doria, mulini, Villa Paulucci – Merlini, l’Acquedotto Spinadello e un antico ponte romano.
Storia
Forlimpopoli, la cui storia risale all’antica Roma, fu fondata nel III secolo a.C. come Forum Popilii, una città fortificata romana. Nel corso dei secoli, la città passò sotto il controllo di Bizantini, Goti e Longobardi, prima entrare a far parte nel XIII secolo dei possedimenti della Chiesa cattolica. Durante il Rinascimento, Forlimpopoli fu un importante centro culturale e sede di una delle prime accademie italiane. Nei secoli successivi, la città fu teatro di eventi cruciali, dal controllo papale alle lotte con Forlì e le dominazioni degli Ordelaffi, Riario-Sforza, Cesare Borgia e altri.
Durante il periodo del Risorgimento, gli abitanti presero attivamente parte ai moti insurrezionali e alle guerre d’indipendenza. Liberata nel 1944, la città subì gravi danni durante la Seconda Guerra Mondiale ma, grazie alla determinazione dei suoi residenti, venne ricostruita. Ubicata nella pianura romagnola, ai piedi delle colline appenniniche, Forlimpopoli è famosa per il suo legame con Pellegrino Artusi, ritenuto il padre della gastronomia italiana, commemorato annualmente con la Festa Artusiana, un evento artistico-culinario di livello mondiale.
Info Utili
UFFICIO TURISTICO:
U. I. T. Ufficio Informazioni Turistiche
Via A. Costa, 23 · 47034 Forlimpopoli (FC)
Tel. 0543.749250
Cel. 337.1180314
Email.: turismo@comune.forlimpopoli.fc.it
In evidenza
EVENTI
SEGAVECCHIA (metà Quaresima): è la festa più nota e più longeva di Forlimpopoli che rappresenta il passaggio dall’inverno alla primavera, simboleggiato dal “taglio della Vecchia”. Tutta la città è in festa tra bancarelle, spettacolo di fuochi artificio e la sfilata dei carri allegorici.
FESTA ARTUSIANA (giugno): Forlimpopoli si trasforma in “città da assaggiare” con diverse proposte enogastronomiche, varie degustazioni di prodotti locali, convegni e premi nel nome di Pellegrino Artusi.
FESTIVAL “Didjin’Oz” (prima metà di luglio): evento musicale unico nel suo genere dedicato alla cultura aborigena australiana e alla sua influenza sulla musica di tutto il mondo. Film, concerti e mostre con noti artisti australiani ed europei aspettano appassionati e non solo!
UN DE INT LA ROCA AD FRAMPUL (settembre): rievocazione storica di un evento che vede protagonista il Signore di Forlimpopoli, il conte Brunoro II. Un tuffo nel passato attraverso mercatini medievali, giullari, mangiafuoco, duelli e spettacoli di sbandieratori.
Curiosità
Pellegrino Artusi, nato a Forlimpopoli nel 1820, è riconosciuto a livello mondiale come il padre della cucina italiana. Abbandonati gli studi, partecipò alle attività commerciali della famiglia, recandosi per lavoro a Livorno, Roma e Napoli per poi trasferirsi a Firenze nel 1848. Qui, Artusi prese in gestione un banco di seta e approfondì gli studi dei classici italiani. Nel 1865, ritiratosi a vita privata, si dedicò alla letteratura e alla gastronomia. Nel 1891 pubblicò “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene“, un testo in cui raccolse ricette e consigli culinari da tutta Italia. Tale opera diventò un bestseller e lo consacrò come il padre della cucina italiana. Morì nel 1911 nella casa in cui aveva trascorso gran parte della sua vita, lasciando Forlimpopoli come suo erede testamentario. La Festa Artusiana, un evento internazionale che si tiene ogni anno, celebra il collegamento tra l’opera di Artusi e la gastronomia italiana.