Abbazia di Pomposa (FE)
Un imperdibile capolavoro
Codigoro (FE)
In treno e bicicletta
Partendo da Ferrara, treno per Codigoro (Linea Ferrovie Padane), a circa 5 km in bicicletta;
In pullman
Linee Tper: 329 Ferrara- Codigoro; 333 Ravenna – Codigoro; taxibus dalla stazione di Codigoro.
Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica di Codigoro
Via Pomposa Centro, 1
ABBAZIA DELLA POMPOSA: immersa nel magnifico contesto naturale del Parco del Delta del Po, è tra i monumenti più belli della provincia di Ferrara e uno dei monasteri benedettini più importanti del Nord Italia. Fai un tuffo nella sua storia millenaria, ammirando i suoi preziosi affreschi e pavimenti a mosaico originali ben conservati. Un vero e proprio capolavoro dell’arte medievale assolutamente da non perdere!
Condividi questa pagina!
Abbazia di Pomposa (FE)
In treno e bicicletta
Partendo da Ferrara, treno per Codigoro (Linea Ferrovie Padane), a circa 5 km in bicicletta;
In pullman
Linee Tper: 329 Ferrara- Codigoro; 333 Ravenna – Codigoro; taxibus dalla stazione di Codigoro.
Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica di Codigoro
Via Pomposa Centro, 1
Condividi Abbazia di Pomposa (FE)!
ABBAZIA DELLA POMPOSA: immersa nel magnifico contesto naturale del Parco del Delta del Po, è tra i monumenti più belli della provincia di Ferrara e uno dei monasteri benedettini più importanti del Nord Italia. Fai un tuffo nella sua storia millenaria, ammirando i suoi preziosi affreschi e pavimenti a mosaico originali ben conservati. Un vero e proprio capolavoro dell’arte medievale assolutamente da non perdere!
Intro
LA VISITA
A breve distanza da Ferrara e da Comacchio, in un luogo strategico lungo l’antica Via Romea Germanica circondato dal Mare Adriatico e dai rami del Po, sorge in tutto il suo splendore l’Abbazia di Pomposa, uno dei centri del sapere e della conoscenza più significativi della cultura medioevale.
Benché vi siano tracce dei primi insediamenti già nel VI-VII secolo da parte dei monaci di San Colombano di Bobbio (PC), è solo nel IX secolo che il complesso verrà costruito nelle forme conservate fino ad oggi. Meta di imperatori, nobili, pellegrini, viaggiatori che, dal Mare del Nord, erano diretti a Roma, qui fu ospitato anche il monaco Guido d’Arezzo, a cui si deve l’invenzione del pentagramma.
Il complesso pomposiano, in stile romanico e bizantino, è costituito dalla Basilica di Santa Maria, dalla Sala Capitolare, dal Refettorio, dalla Corte e dall’imponente Campanile romanico di 48 metri, aggiunto in un secondo momento. È inoltre presente il Museo Pomposiano, allestito in un’area destinata un tempo a dormitorio, che oggi conserva parti del complesso e vari tipi di materiali recuperati duranti gli scavi o ritrovamenti casuali.
BASILICA DI SANTA MARIA
Risalente al VIII-IX secolo, il suo aspetto richiama in modo evidente le basiliche di Ravenna. All’esterno vanta un portico in cotto e marmo dalle ricche decorazioni e una facciata in mattoni dai colori forti, mentre l’interno presenta tre navate con due file di colonne bizantine e romane. Di particolare importanza è l’originale pavimento a mosaico intarsiato, risalente a epoche diverse e realizzato in differenti stili, raffigurante animali dall’aspetto mostruoso, simboli del mondo vegetale, motivi geometrici.
Di grande pregio sono gli affreschi sulle pareti di scuola bolognese, della metà del Trecento, raffiguranti episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento e dell’Apocalisse di Giovanni. Nel loro insieme creano un’imponente tela narrante storie bibliche ed evangeliche con santi, demoni e angeli in cui potrai perdere lo sguardo e ammirare la magnificenza di queste opere.
L’abside ospita l’affresco di Vitale da Bologna del 1351 Cristo in gloria circondato da angeli, Santi e dalla Vergine, posto in un simbolo, la mandorla, che rappresenta la nascita e la resurrezione, sotto al quale si notano gli Evangelisti, i Dottori della Chiesa e un ciclo sulle Storie di Sant’Eustachio. Sulla controfacciata si può invece ammirare l’affresco del Giudizio Universale.
La navata di sinistra accoglie dal 2000 una reliquia, più precisamente la tibia, dell’abate San Guido, sepolto per volere dell’imperatore a Spira in Germania, data in dono dal vescovo all’abbazia.
IL CAMPANILE
Opera dell’architetto Deusdedit del 1063, come riportato su una lastra sulla parete occidentale, svetta imponente ed elegante per 48 metri sulla piatta pianura circostante. In stile romanico-lombardo, è strutturato in 9 diversi piani con 201 gradini in totale e finestre che, salendo, si fanno sempre più ampie e numerose per conferire leggerezza all’edificio e sottolineare lo spirito che ascende verso l’alto.
SALA DEL CAPITOLO
Qui i monaci benedettini si dedicavano alla lettura e alla meditazione di un capitolo della Regola di San Benedetto, da cui prende il nome la sala. In questo ambiente si possono ammirare affreschi di scuola giottesca, risalenti al 1305-1306, che malgrado il degrado subito costituiscono un capolavoro della pittura nella provincia di Ferrara.
All’entrata è raffigurata la Crocifissione, in cui si vede Maria che sviene ai piedi della croce sorretta da Giovanni, e ai lati San Pietro e San Paolo. Accanto sono raffigurati San Benedetto e San guido in ampie nicchie e 12 profeti.
REFETTORIO
In questa sala adibita ai pranzi dei monaci si possono ammirare alcune pareti decorate con affreschi: a sinistra tre scene che raffigurano la funzione della sala, al centro Cristo tra la Madonna e San Giovanni Battista e ai lati San Benedetto e San Guido. Un vero capolavoro pomposiano, forse di Pietro da Rimini o di un pittore comunque della scuola riminese del Trecento. Altra importante opera per l’attenzione ai dettagli e i personaggi è il Miracolo di Santo Abate Guido, che mutava l’acqua in vino, episodio avvenuto realmente sotto gli occhi del Vescovo di Ravenna Gebardo.
MUSEO POMPOSIANO
Allestito nell’ex dormitorio, sopra la Sala Capitolare, raccoglie vari pezzi rinvenuti durante lavori di scavo e restauro: maioliche, marmi, reperti archeologici, parti di affreschi, arredi, stucchi, statue e disegni. Grazie a questi materiali è stato possibile ricostruire la storia dell’Abbazia.
LA FIGURA DI GUIDO D’AREZZO
Nato indicativamente nel 991 in una località non certa, benché lui dicesse di essere originario del territorio di Pomposa, si reca a Roma per dedicarsi agli studi ecclesiastici per poi tornare nei luoghi di nascita, affascinato dalla figura di Martino, abate di Pomposa.
Sotto la sua guida inizia ad apprezzare la vita eremitica, tanto da accettare l’incarico di Abate del Monastero di Pomposa nel 1008. Grazie al benvolere dell’imperatore, l’Abbazia acquisirà gradualmente una posizione giuridica autonoma e Guido commissionerà interventi di ampliamento.
Numerosi sono i personaggi importanti nel mondo culturale del tempo che si recano al monastero, da Bonifacio di Canossa, padre della più famosa Matilde, al vescovo di Ravenna Gebardo di Eichstätt.
Proprio qui nell’Abbazia, Guido d’Arezzo ideò un nuovo sistema di notazione musicale, inventando il pentagramma.
LA STORIA
Risalente ai secoli VI-VII, l’Abbazia di Pomposa nasce da un insediamento benedettino, sorto su un’isola (l’Insula Pomposiana) coperta di boschi e attorniata dal mare. Consacrata nel 1026, è solo dopo il Mille che acquisisce sempre più prestigio e autorevolezza, divenendo un importante centro monastico. Tuttavia, a causa di fattori geografici e ambientali, conosce un periodo di declino, venendo soppresso il monastero nel 1653 da Papa Innocenzo X. Passa quindi nella proprietà dello Stato Italiano nel XIX secolo.
Info Utili
PARCHEGGIO:
2 a pochi passi dall’Abbazia
BIGLIETTO
Da gratuito a 5 euro (in base al giorno e agli orari)
ACCESSIBILITÀ
Sì, contattare l’Ufficio Informazioni per tutti i dettagli
CONTATTI
IAT Ufficio Informazione ed accoglienza turistica
T: 39 0533 719110
E iat.pomposa@comune.codigoro.fe.it